FACCIAMO CHIAREZZA!

Le disposizioni per la detenzione di armi da sparo o da taglio tuttora vigenti (LEGGE 4 MAGGIO 2015), se vengono ignorate possono far nascere problemi penali gravi, e non importa se le armi sono regolarmente denunciate. Per tutti coloro che sul territorio Italiano detengono armi denunciate di qualsiasi tipo ma NON hanno la licenza di caccia o il porto d’armi ad uso sportivo in corso di validità, la sopra citata legge prevede il sequestro delle armi qualora non si presenti per tempo certificato medico di idoneità presso l’ufficio di Polizia o Carabinieri, nel quale sono state denunciate le medesime. La Questura ricorda che con l’entrata invigore del Decreto Legislativo 29.09.2013, n. 121, i detentori di armi, ad esclusione dei titolari di porto d’armi in corso di validità, devono presentare certificazione medica di idoneità psicofisica per la SOLA detenzione di armi ( art.35 comma 7 del T.U.L.P.S.) inutile ricordare che la certificazione medica sarà rilasciata, sulla base del certificato anamnestico del medico di famiglia e poi dal settore medico legale dell’A.S.L. territoriale o da un medico Militare. La certificazione dovrà attestare che il richiedente non sia affetto da malattie mentali oppure patologie che ne diminuiscano, anche temporaneamente, la capacità di intendere e di volere ovvero che non risulti assumere, anche occasionalmente, sostanze psicotrope oppure abusare di alcool.

ℹ️ Per ulteriori informazioni in merito si consiglia di contattare l’Ufficio Armi della Questura oppure la Stazione Carabinieri competente del territorio di residenza.

A cura di A.C.L. Staff

Mercoledi 20 Luglio 2022, il Presidente nazionale dell’Associazione per la Cultura Rurale, On. Sergio Berlato, ed il Presidente dell’Associazione Cacciatori Lombardi, sig. Carlo Bravo, hanno sottoscritto un’importante Convenzione per unire le forze in difesa dell’attività venatoria e di tutte le altre attività portatrici della Cultura rurale.

I due Presidenti si sono incontrati a Brescia alla presenza del Dott. Eugenio Casella e Franco Castelnovi, responsabile A.C.R. per la regione Lombardia.Dopo aver piacevolmente constatato identità di opinioni sulla necessità di unire le forze di tutte le attività portatrici della Cultura rurale, strada obbligata per garantire alle stesse un futuro dignitoso e per sconfiggere l’integralismo animal-ambientalista che vorrebbe annientare ad una ad una tutte le nostre attività, i Presidenti di A.C.R. e di A.C.L. hanno stretto un patto formale che consentirà, a tutti gli associati dell’Associazione Cacciatori Lombardi che lo richiederanno, di usufruire dei tanti servizi resi dall’Associazione per la Cultura Rurale, anche attraverso la destinazione del 5xmille dell’IRPEF alla Fondazione per la Cultura Rurale-Ets.Grande soddisfazione è stata espressa dai due Presidenti i quali si sono augurati che molte altre associazioni, oltre a quelle che lo hanno già fatto, possano seguire questo esempio ed aderire convintamente al Progetto dell’Associazione per la Cultura Rurale, Associazione che è stata recentemente riconosciuta a livello europeo con la sua iscrizione nel registro per la trasparenza delle Istituzioni comunitarie.

Uffici stampa dell’Associazione per la Cultura Rurale e dell’Associazione Cacciatori Lombardi

Il giorno Lunedì 20 Giugno 2022 alle ore 20.30 è indetta l’assemblea ordinaria dei Soci con all’ordine del giorno l’approvazione del Bilancio Consuntivo 2021 e Preventivo 2022.

L’assemblea si terrà regolarmente presso la sede Regionale A.C.L. di via Locchi 1 a Brescia

Si raccomanda la massiccia presenza di tutti gli associati e di tutti i Presidenti di Sezione.

A.C.L. Direttivo Regionale

Approvato a larga maggioranza un Ordine del Giorno a sostegno del mondo venatorio bresciano e della figura del cacciatore.

Il provvedimento ha inoltre espresso il sostegno alla promozione dello spiedo tradizionale con uccelli e impegnato la Provincia a promuovere un tavolo organizzativo per il ritorno di un evento fieristico Internazionale dedicato alla Caccia a Brescia.

Firmatario del provvedimento il gruppo consigliare di Fratelli d’Italia supportato dal centro destra unito (Lega e Forza Italia)

Presenti in prima linea con il nostro Presidente Regionale Carlo Bravo una folta delegazione di Cacciatori.

A.C.L. Staff Ufficio Stampa

Martedi 24 Maggio è stata approvata dal Consiglio Regionale della Lombardia la legge per riconsentire di cucinare lo Spiedo Bresciano con uccelli fortemente voluto anche dalla nostra realtà associativa con 45 voti favorevoli e 23 contrari.

Presenti in aula oltre 50 sindaci Bresciani, insieme a loro il nostro presidente regionale Carlo Bravo.

Finalmente una buona notizia per il nostro mondo!

Non molliamo!!

A.C.L. Staff Ufficio Stampa

Oggi 28 aprile una delegazione di rappresentanti delle associazioni venatorie lombarde è stata ricevuta dal Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana.

All’incontro hanno partecipato Lorenzo Bertacchi, Giancarlo Bosio, Massimo Zanardelli e Carlo Bravo, che ringraziano il Presidente per aver dedicato oltre un’ora alle delicate problematiche che preoccupano i cacciatori lombardi e al difficile rapporto con la DG Agricoltura.

La mancanza di confronto con il mondo venatorio e la sistematica sottovalutazione delle proposte e dei suggerimenti tecnici e giuridici hanno così portato all’adozione di atti inaccettabili per i cacciatori e si sono rivelati politicamente dannosi.

Purtroppo da settembre ad oggi si è dovuto registrare un vero e proprio arretramento dei rapporti, con una Direzione Generale che è parsa arroccarsi più nella difesa dei propri errori e delle proprie scelte che nella ricerca di soluzioni e così non solo è rimasta immutata la situazione lamentata a settembre, quando furono chieste dimissioni e un rinnovo delle competenze, ma è addirittura peggiorata, con l’elaborazione di atti che minano il futuro della caccia in Lombardia.

Proprio quello che le Associazioni temevano.

Ora sul tavolo ci sono atti fondamentali per la programmazione venatoria che avranno effetti immediati (come il calendario per la prossima stagione) e che sanciranno il destino della caccia in Lombardia per i prossimi dieci anni, come il Piano Faunistico Venatorio, le Linee Guida per la gestione dei Galliformi Alpini e la regolamentazione della detenzione e inanellamento dei richiami di allevamento.

Il Presidente ha ben colto la problematicità di decisioni presentate solo quando ormai in larga parte irreversibili, già corredate di pareri ISPRA che tuttavia sono il frutto di quanto predisposto dagli Uffici.

Per quanto potrà essere difficile rimettere la barra a dritta, solo tornando ad un confronto costruttivo e serrato si può pensare di programmare e pianificare proficuamente la caccia dei prossimi mesi e anni nel poco tempo che rimane alla legislatura regionale in corso .

E la politica si deve riappropriare del suo duplice ruolo: di indirizzo del lavoro di funzionari e dirigenti e, al contempo, di tramite nel dialogo tra gli Uffici e i rappresentanti delle Associazioni Venatorie.

In tal senso si attendono segnali concreti e in tempi ristrettissimi e si confida che l’interessamento personale del Presidente potrà finalmente dare una svolta.

Vedranno il via al 28 di Aprile i corsi per Bergamo, nella sede ACL di Brembate Sopra, verranno formati i nuovi selecontrollori ed esperti in caccia al cinghiale.

In allegato a questo breve articolo troverete il calendario dettagliato delle lezioni.

Per qualsiasi info o per iscriversi e completare i posti vacanti potete contattare gli organizzatori tramite mail a aclbergamo@hotmail.it o tramite WhatsApp ai numeri 3396802735 o 3388329393

Preg. Assessore,
Contestando fermamente il modus operandi, adottato da Lei e i suoi uffici,
per risolvere questioni complesse, che di fatto, influiranno in maniera decisiva per il proseguo dell’attività venatoria in regione Lombardia, con la presente esprimiamo quanto segue.

L’associazione che ho l’onore di rappresentare, non può e non vuole accettare nessuna altra restrizione suggerita o imposta che potrebbe derivare da un eventuale recepimento, del parere non vincolante formulato da Ispra.
Parere questo, che a nostro avviso, è in più parti contraddittorio e strumentalmente orientato ad ostacolare ulteriormente un sereno ed equilibrato svolgimento delle attività venatorie.
Ispra non può e non deve sostituirsi al legislatore, come non ci si può nascondere o peggio autogiustificarsi dietro qualche sentenza dei TAR .

Per questo motivo chiediamo a regione Lombardia di adottare qualsiasi provvedimento, per salvaguardare una tradizione millenaria, che ha contribuito fino ad oggi a formare un tessuto sociale ed identitario come quello Lombardo, che tutto il mondo ci invidia.

In caso contrario ci troveremo di fronte a una sconfitta della politica, ma che come sempre gli effetti ricadranno sulle persone oneste.

Carlo Bravo

Presidente Regionale
Associazione Cacciatori Lombardi

Come già espresso da singole componenti del mondo venatorio, anche congiuntamente non possiamo che ribadire la ferma contrarietà al procedimento di approvazione in atto, che vede la proposta di piano faunistico venatorio essere accompagnata da uno Studio Di Incidenza intriso di ideologia anti venatoria.

L’impostazione data alla trattazione di parti essenziali della proposta di Piano è indirizzata palesemente all’obiettivo, tramite step temporali compresi tra 2 e 8 anni dall’approvazione del piano (e con effetti immediati su diverse zone), di rendere di fatto non praticabile la caccia alla selvaggina migratoria, soprattutto da appostamento fisso. E con ricadute pesanti anche sulla caccia alla selvaggina stanziale, anche con riferimento alla caccia di selezione agli ungulati soprattutto in Zona Alpi, ove trovassero attuazione le misure da trasporsi in sede di attuazione nei Piani Faunistici Territoriali.

Inoltre l’avanzamento in parallelo della procedura di Vinca da parte della DG Ambiente da una parte e della procedura di raccolta ed esame delle osservazioni dei portatori di interesse (come le scriventi associazioni) da parte della DG Agricoltura, rischia di rendere vane le osservazioni che saranno presentate. E l’accorciamento dei termini per la presentazione delle osservazioni (da 60 a 45 giorni) rende ancor più gravoso il compito non solo di rilevare le criticità ma soprattutto di opporle tecnicamente, vista la mole dei documenti di cui si discute.

Fermo restando dunque il lavoro che ciascuna associazione sta compiendo sia nella predisposizione delle osservazioni sia nella pressione sul mondo politico (e si ringraziano i molti Consiglieri Regionali che si sono già fattivamente interessati), le Associazioni Venatorie Lombarde unite insistono affinchè sia dato il giusto peso al valore sociale, storico e tradizionale dell’attività venatoria, che vede ancora un gran numero di appassionati sul territorio lombardo: il Piano Faunistico Venatorio Regionale deve essere uno strumento di pianificazione che deve tenere in considerazione sia la conservazione e il miglioramento della fauna selvatica sia il valore sociale, gestionale ed economico dell’attività venatoria.

Non è accettabile che la pianificazione lombarda, per la parte rimessa peraltro a Enti direttamente collegati alla Regione che si sono occupati dello Studio di Incidenza, sia invece indirizzata sulla progressiva chiusura della caccia rendendola di fatto non praticabile. E ciò nonostante da più parti, finanche dalla proposta di piano, emerga che i problemi della fauna sono in grandissima parte legati alla perdita di habitat, e non all’attività venatoria.

Ancor più inaccettabile se i problemi promanano da una parte politica che storicamente in Lombardia si propone come comprensiva del valore e dell’importanza economica, sociale e ambientale della caccia.

E che la caccia sia immolata sull’altare di un ambientalismo (o meglio animalismo) di facciata non ci sta bene e andremo fino in fondo.

I PRESIDENTI REGIONALI

Importanti aggiornamenti in merito agli anellini per i richiami vivi

In allegato inseriamo il comunicato ufficiale rilasciato da A.M.O.V. (Associazione Manifestazioni Ornitologiche Venatorie), il quale riporta l’impossibilità per A.M.O.V. di produrre e consegnare gli anellini in plastica a seguito di diffida da parte della DG Agricoltura all’utilizzo di questo specifico tipo di anello considerato dalla stessa struttura come non idoneo.

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